Il lavoro di genitore in 4 parole semplici

Il mestiere di genitore è oggi molto più complesso che in passato e lo dimostra la mole di informazioni che circolano sia sotto forma di articoli in rete che di “manuali” (di sopravvivenza) disponibili nelle librerie.

La letteratura in questione è cresciuta in modo esponenziale più o meno a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, per la precisione l’anno della pubblicazione della più importante raccolta di scritti dello psicologo John Bowlby, dal titolo “Una Base Sicura”, opera fondante della psicologia evolutiva.

È in quegli scritti infatti che si riconosce per la prima volta l’importanza e il dovere per la società contemporanea di occuparsi dei genitori, ovvero di coloro che a loro volta si occupano di crescere ed educare bambini sani, felici e fiduciosi in sé stessi, futuri cittadini del mondo.

Da allora molti studi hanno portato a comprendere meglio la funzione di genitore, distinguendone due importanti componenti:

  • Educativa: la capacità dei genitori di fissare regole e indicare i criteri di convivenza negli ambienti di vita del bambino o del ragazzo (ciò che ci si aspetta dagli altri).
  • Affettiva: la capacità di veicolare affetto

Sebbene queste due componenti dell’essere genitore possano sembrare separate l’una dall’altra, se non addirittura percepite come in antitesi, l’esperienza clinica e la ricerca suggeriscono proprio il contrario.

Lo stesso dato lo rilevano invero anche i genitori nella loro esperienza quotidiana, quando, nella complessità della funzione da svolgere sono spinti a cercare soluzioni nuove che supportino il loro lavoro. Molto spesso quando hanno già sperimentato il fallimento di soluzioni immediate, di senso comune o un eccessivo irrigidimento delle regole.

In aiuto, 4 parole molto concrete

Al dipartimento di psicologia dello sviluppo della Northwestern University (Chicago, Il – USA) dopo una accurata revisione della più importante letteratura scientifica in circolazione invece, si sono convinti che le indicazioni per una genitorialità efficace possono essere sintetizzati e semplificati in quattro parole o meglio categorie di comportamento:

Cura:
“qualsiasi cosa tu faccia è importante che il bambino senta che ciò è amore”. Ciò è possibile interpretando e rispondendo in modo adeguato ai segnali comunicativi del proprio bambino anche nei momenti di conflitto, con il giusto timing di sintonizzazione emotiva.

Coerenza:
ovvero come essere di insegnamento senza dover usare spiegazioni a volte noiose e non sempre adatte allo sviluppo cognitivo del bambino. In altre parole, essere ben consapevoli dei propri modelli culturali e morali e di ciò che facciamo per esprimerli. Essere autentici con le proprie idee, cioè “essere ciò che si dice e dire ciò che si è” facilita la comprensione di ciò che ci si aspetta come figli. Inoltre, fornisce standard realistici e positivi di comportamento ed è di grande supporto alla disciplina e alla definizione delle cosiddette regole, ovvero crea un contesto sufficientemente prevedibile e disponibile;

Scelta:
“Non può mica decidere lui/lei!” dicono spesso i genitori, con il tono carico di frustrazione per tutte le volte in cui invece i figli lo hanno fatto senza che siano riusciti a imporsi. Per questo sarebbe meglio ricordare che, il bambino come l’adolescente, è una persona con il suo bisogno di autodeterminarsi, evitando così spiacevoli scontri e conflitti.

Nei limiti delle sue capacità di comprensione, fornire al bambino una scelta (tra due, tra tre alternative) sempre adatta all’età e vincolante, crea la possibilità di esercitare le abilità necessarie per prendere una decisione e assumersene le conseguenze, quindi di sentirsi autonomo e responsabile. Che è quello che vogliono tutti i genitori.

Conseguenza:
questa parola riguarda l’azione o la scelta che deve essere messa in relazione all’esito della stessa. Collegando le scelta con le conseguenze i bambini imparano a comprendere che possono influenzare i propri risultati.

“Genitori non si nasce, ma si impara ad esserlo” (Maria Montessori)

Il processo di apprendimento è un lavoro complesso, e anche se a volte può essere stancante, i lati positivi superano di gran lunga i lati negativi.