Jon Kabat Zinn definisce la Mindfulness come:
“La consapevolezza che emerge se prestiamo attenzione in modo intenzionale e non giudicante al dispiegarsi dell’esperienza momento dopo momento.”
Coltivare l’intenzione di prestare attenzione momento per momento non cosa facile seppur essa sia semplice, dicono i monaci Zen. E Kabat Zinn deve averlo provato sulla sua stessa pelle di praticante. E’ necessaria una certe dose di disciplina sostenuta da una sincera motivazione.
È probabilmente per questi motivi che la proposta di introdurre la pratica della meditazione Vipassana presso il Centro per la Riduzione dello Stress ha richiesto una organizzazione sistematica degli incontri di gruppo e una durata minima di 8 settimane. Era questo il tempo minimo entro il quale, secondo Kabat Zinn, si sarebbe potuto strutturare un nuovo set di abitudini, sulla base di un nuovo modo di accedere a sè e alla relazione con i propro corpo e i propri stati mentali.
Il protocollo creato da Kabat Zinn prevede un ciclo di
- 8 incontri settimanali di gruppo della durata di 2 ore ciascuno, durante i quali vengono proposte da un Istruttore delle esperienze guidate di meditazione e di movimento consapevole (mindful yoga).
In ogni incontro sono previste delle condivisioni sulle esperienze dei partecipanti durante le pratiche e vengono dati degli spunti di riflessione su ognuno dei temi chiave del protocollo.
Tra un incontro e l’altro i partecipanti sono invitati a
- Dedicarsi alla meditazione seduta ogni giorno per un tempo stabilito
- Portare avanti delle pratiche informali di consapevolezza (come fare la doccia o mangiare in modo consapevole)
- Tenere un diario delle esperienze personali legate alle diverse pratiche
Dalla creazione del primo protocollo elaborato per la Clinica della riduzione dello stress, numerosi sono stati gli adattamenti tanto che oggi i programmi specifici come il protocollo MBSR e gli Interventi Mindfullness based sono considerati uno vero e proprio strumento d’intervento, utile in molti ambiti medici. Inoltre essi si sono rivelati un supporto adeguato per alleviare le diverse forme di sofferenza psicologica come l’ansia, i disturbi di personalità, la depressione, le dipendenze patologiche, i disturbi alimentari, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
L’intento è di permettere alle persone che vivono nella sofferenza di far esperienza del proprio dolore fisico e psicologico in una maniera nuova e più accettabile.
Nel percorso del protocollo – che da allora prende il nome di Programma per la riduzione dello stress basato sulla Mindfulness – le persone vengono guidate ad allenare la propria attenzione al momento presente, ad ancorarsi al respiro, a sospendere il giudizio, a lasciare andare i pensieri e ad accogliere ciò che accade così com’è, senza tentare di modificarlo in alcun modo.
Numerosi studi ci dimostrano che la pratica di mindfulness sembra avere un’utilità specifica nel processo di regolazione delle emozioni.
Secondo alcuni, questo sarebbe possibile grazie ad una riappropriazione del significato vero dell’esperienza che ci accade di volta in volta. La pratica, infatti, ci permette di de-centrarci e dis-identificarci dai nostri automatismi mentali, in particolare da quelli disfunzionali come la ruminazione, il pensiero anticipatorio o la rimuginazione.
Le neuroscienze a riguardo ci dicono che la Mindfulness consente di accedere a un’esperienza globale di consapevolezza del momento presente fondata in modo diretto sulle nostre sensazioni corporee, superficiali e viscerali (consapevolezza interocettiva).
Ciò influisce positivamente sulla nostra capacità di riconoscere e gestire le emozioni e di agire in modo adeguato nelle varie situazioni.