“Il fatto di essere in un certo stato emotivo riguarda sempre un modo di trovarsi in una certa situazione e un modo di disporsi in relazione a quella circostanza”
G. Arciero
La sofferenza psicologica può manifestarsi attraverso un insieme di sintomi, più o meno complessi, sia psicologici che fisici.
I sintomi, oltre ad essere fastidiosi incidenti di percorso, sono “campanelli d’allarme” che ci dicono che qualcosa sta andando storto e che c’è in noi un disagio di cui abbiamo il dovere di prenderci cura.
Nel nostro studio, il primo incontro ha lo scopo di analizzare i problemi che vengono presentati e indagare se esistano altre condizioni di malessere che la persona ha voglia di condividere.
In questo ambito ci si focalizza su come i problemi si presentano, come vengono affrontati e gestiti, quali difficoltà comportano nella vita di tutti i giorni, con quale intensità e frequenza si manifestano.
In tal modo il primo colloquio è utile per ridefinire la richiesta portata dalla persona che chiede aiuto e ha l’obiettivo di indirizzarla verso il percorso più adatto alle sue necessità (psicoterapia, intervento medico, psichiatrico, psico-educativo, riabilitativo).
Nel corso di un’eventuale psicoterapia , il significato dei sintomi non potrà prescindere dal contestualizzarli nella vita della persona e comprendere la sofferenza da come lei stessa ne fa esperienza. Il soggetto è sempre unico anche rispetto al suo disagio, che acquisirà un significato solo all’interno della sua particolare maniera di essere e di emozionarsi.
Sarà quindi fondamentale ricostruire con la persona la storia dei sintomi e di eventuali altri disagi e comprendere se e come questi s’intreccino con la storia della sua vita: quando il malessere è insorto, come si è evoluto, se in alcuni periodi è scomparso…
Il sollievo dal sintomo, la sua riduzione o remissione costituiscono il fine primario del lavoro psicoterapeutico, a cui può seguire un approfondimento sulla personalità e un percorso di consapevolezza, crescita e autodeterminazione.