Bambini che mangiano troppo

I bambini e gli adolescenti obesi della nostra epoca post-moderna sono molto diversi da quelli dell’immaginario antropologico precedente agli anni ’80, quando venivano rappresentati come “potato cauch boys” (letteralmente ragazzo patata-divano).

Oggi sono sì sedentari e passano molte ore davanti agli schermi della tv o ai videogiochi. Ma sono molto più irrequieti e agitati sia a scuola che a casa, dove incontrano non poche difficoltà di concentrazione nei compiti.

Sono oppositivi e ribelli verso gli insegnanti che per questo, spesso, possono sottovalutare le loro difficoltà d’apprendimento, riducendo tutto al comportamento problemetico.

E’ frequente che il loro rendimento scolastico sia irregolare, infatti hanno i risultati migliori solo con alcuni docenti, forse quelli con i quali si sentono meno inadeguati. Non è raro che vengano bocciati per la cattiva condotta e il mancato rispetto delle regole.
In altri contesti diversi dalla scuola o dalla famiglia appaiono molto compiacenti con il gruppo e con gli adulti che hanno a che fare con loro, suscitando sempre lo stupore dei genitori di fronte ai complimenti che i conoscenti rivolgono al ragazzo per il suo comportamento congruo ed educato. Nelle attività extra scolastiche cambiano spesso il centro del loro interesse.

Sebbene le conseguenze psicologiche e sociali associate alla condizione di obesità nell’età dello sviluppo sono molteplici e tendono a complicarsi con la crescita, tuttavia esse sono ancora molto sottovalutate se confrontate alla rilevanza che assumono le ricadute sulla condizione fisica nel tempo causate dal peso in eccesso.

Spesso è la condizione psicologica di partenza, caretterizzata da un forte senso di inadeguatezza, a far scattare il grilletto di una alimetazione non controllata ed eccessiva.

A sua volta la tristezza e la rabbia generati dall’esclusione sociale per lo stigma portato dai bambini “cicciottelli”, il consenguente basso rendimento scolastico e la maggiore vulnerabilità affettiva possono condurre questi ragazzi verso un disturbo d’ansia e, non meno frequentemente, a un disturbo dell’umore (depressione).

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Studio di Psicologia Gordiani

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